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VIOLENZA ALLE DONNE: PRIMA CAUSA DI MORTE

 25/11/2007 Giornata contro la violenza alle donne: prima causa di morte
La violenza familiare in Europa rappresenta la prima causa di morte.

Nel mondo

In Gran Bretagna ogni anno una donna su dieci viene picchiata a sangue dal
partner, marito o amante che sia. In Canada è più probabile che una donna
venga uccisa dal proprio compagno che da un estraneo. In Russia, un omicidio
su cinquanta è compiuto dal marito nei confronti della moglie.

In Europa

Secondo gli autorevoli dati forniti dal Consiglio d'Europa, è la violenza
familiare il killer numero uno in Europa. A subirla ogni giorno è una
percentuale del 12-15% delle donne e, per quelle che hanno tra i 16 e i 44
anni d'età, rappresenta addirittura la prima causa di morte. La violenza
contro le donne è diffusa persino nelle avanzate democrazie scandinave: In
Svezia ogni dieci giorni una donna muore in seguito agli abusi subiti da
parte di un familiare o di un amico. Negli Stati Uniti, ogni 15 secondi,
viene aggredita una donna, generalmente dal coniuge. Nel mondo una donna su
tre è vittima almeno una volta nella vita di violenza fisica, sessuale o
psicologica.

In Italia

Il rapporto dell'Istat di quest'anno rivela che in Italia 3 donne su 10
hanno subito violenza, per la precisione cinque milioni di donne italiane
hanno subìto violenza sessuale ed il 33 per cento ha scelto di non
denunciare. 1.000.000 di bambini in Italia assiste alle violenze familiari.
La violenza dentro le mura di casa uccide più del cancro, degli incidenti
stradali e delle guerre.
Tuttavia i temi che occupano la nostra mente e le
prime pagine dei giornali, tv e radio, continuano ad essere sempre gli
stessi. La finanziaria come ogni anno in questo periodo ha "tenuto banco"
-che finalmente è stata approvata così non ne sentiamo più parlare- ma largo
spazio ha avuto la velina di turno con l'annuncio della sua gravidanza, lo
scandaletto di turno, il gossip del momento, non ci siamo fatti mancare
nulla e per finire, altra notizia importantissima, i vecchi reali che
chiedono i danni allo Stato italiano. Si fanno gare di solidarietà per
importanti malattie, per la lotta al cancro, campagne di sensibilizzazione
ed interventi legislativi per arginare la piaga degli incidenti stradali,
per non parlare delle oceaniche manifestazioni contro la guerra e tutto
quello che contribuisce, in un modo o nell'altro a fomentarle. Benissimo, ci
possiamo allora considerare un popolo solidale, sensibile ed attento?

C'è qualcosa che sfugge, che stride con quanto, da anni, chi si occupa di
violenza all'infanzia sta denunciando. Come mai l'olocausto silenzioso dei
bambini, perchè di questo si tratta, e la violenza sulle donne in generale
non viene considerata come prioritaria su tutte le battaglie civili e
sociali che si sono finora svolte? Come mai non assistitiamo a marce
collettive che invadono le città pacificamente per schierarsi a favore dei
diritti dei bambini e delle donne vittime di violenza?

Basterebbe leggere la cronaca per capire l'urgenza di sanare questa piaga
sociale causata da un tabù culturale che nega anche alla nostra coscienza la
barbarie umana che infligge a donne e bambini, quotidianamente, abusi,
maltrattamenti e violenze inaudite.

La cronaca recente

Il 40% dei bambini nel mondo non vengono registrati all'anagrafe, quindi non
esistono e sono, alcuni di questi, vittime della ferocia adulta, dal
traffico di organi ai bambini soldato dalla pedofilia allo sfruttamento di
ogni genere. Cento milioni solo in Africa le bambine che subiscono
mutilazioni genitali. In Kenya 15.000 minorenni sono vittima del turismo
sessuale ed il 18% di adulti che cerca "carne fresca" è italiano. Se
l'offerta di prostitute bambine, di turismo sessuale, pedopornografia, e la
violenza sessuale che ne consegue non conoscono adeguate contromisure da
parte della società significa che non c'è volontà, culturale, sociale e
politica di porvi rimedio, in particolare proprio a causa degli uomini.
Disprezzo per la vita, neonati uccisi o abbandonati, rapiti, seviziati,
donne violentate, giovani allo sbando incapaci di gestire qualsiasi
emozione, mancanza di valori, di modelli educativi e di testimoni adulti
credibili, sono notizie ormai quotidiane.

La violenza intrafamiliare uccide più del cancro e delle guerre e forse è
proprio per questo che l'uomo rimane l'unico nel regno animale capace di
arrossire. Oltre a questo, finora, non abbiamo dimostrato di essere capaci
di fare altro per i bambini e le donne di questo mondo e per quanto mi
riguarda, da uomo, ritengo che di questo ci si debba solo vergognare.

Scusate il disturbo, chiedo scusa se ho parlato di violenza sui bambini e
della prima causa di morte per le donne, ma credo che nella giornata
dedicata ai diritti del fanciullo appena trascorsa e di quella dedicata alla
violenza sulle donne in programma questa settimana forse era il caso di
parlarne. Ora però possiamo voltare pagina ed approfondire le tematiche che
quotidianamente stimolano la nostra attenzione, come la politica fatta dai
comici e le comiche della politica oppure, voltando ancora pagina, della
questione si o no al "Dal Molin", per proseguire nella lettura di qualche
favola come quella che donne e bambini tutto sommato vivono felici e
contenti. Alla fine, come dice un vecchio detto, il quotidiano, nella
migliore delle ipotesi, dopo essere stato letto serve per incartare qualcosa
o per finire nel cestino. Oltre alla carta probabilmente è l'inesorabile
sorte che tocca anche ai contenuti.

Graziano Guerra


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